Festa dell'Annunciazione

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Nella festa dell’Annunciazione si celebra il momento in cui nel piccolo villaggio di Nazareth, sconosciuto e nascosto, l’arcangelo Gabriele porta a Maria l’annuncio della sua prossima maternità, secondo quanto raccontato nel Vangelo di Luca. 

 

La celebrazione dell’Annunciazione si caratterizza per un elemento dogmatico fondamentale: il concepimento del Verbo, l’Incarnazione di Dio nella nostra umanità.

Il Credo che proclamiamo ci fa ripetere che il Figlio di Dio “per noi uomini e per la nostra salvezza discese dai cieli e si incarnò per opera dello Spirito Santo in Maria Vergine e si fece uomo”.

Ogni riferimento alla Vergine Maria non può mai prescindere dal riferimento diretto al figlio Gesù. Per questo, in origine, la festa del 25 marzo, era considerata una festa mariana, in realtà si tratta di festa congiunta di Cristo e della Vergine. Siamo infatti al centro della storia della salvezza, all’inizio del disegno divino e cioè la sua incarnazione che renderà nuove tutte le cose.

Questo è il significato di una festa che in un solo colpo supera e rinnova l’intero Antico Testamento, affermando che Dio è presente nella vita del suo popolo e annuncia a Maria che la sua maternità renderà visibile l’invisibilità di Dio. Maria chiede chiarimenti per rendere più personale e volontario il suo sì, che rappresenta il totale abbandono della creatura al suo Dio. 

 

Per noi Ancelle la festa è un richiamo al nostro carisma che intende ripercorrere tutto il mistero dell’Incarnazione e dell’infanzia di Gesù nella famiglia di Nazareth. Per questo viene celebrata nella gioia, rinnovando il nostro “sì” al Signore che ci ha chiamato alla sua sequela.