LA SANTA FAMIGLIA
Festa difficile, questa.
Il Vangelo oggi ci ricorda le fatiche dell’amore. Racconta la storia di un adolescente difficile, di due genitori che non capiscono che cosa ha in testa. Ma ecco tre spiragli
Il primo: tuo padre e io ti cercavamo, insieme. Questa parola è sempre più rara nelle nostre case, dove spesso neppure a tavola si sta insieme.
Secondo: parlarsi. Di fronte ai genitori che domandano c’è un figlio che ascolta e risponde in modo duro, ma parla. Impegno primario: far viaggiare la parola, comunicare.Se ci sono cose difficili da dire, a non parlarne lo diventano ancora di più. Gesù sta al dialogo perché i suoi genitori ci sono e si vogliono bene, e sono queste due sole cose a importare ai figli. Sempre.
Terzo: sconfinare oltre gli affetti di casa. Non sapevate che devo occuparmi delle cose del Padre mio? I figli non sono nostri, appartengono alla loro vocazione, alla loro idea di futuro che nemmeno in sogno potremo visitare (Gibran). Un figlio non deve strutturare la sua vita in funzione del cortile di casa. È come fermare la ruota della creazione. Gesù lo dice chiaro. L’ho imparato da voi: tu mamma che ascolti il mormorio degli angeli, tu padre che parti e poi torni, fidandoti di un sogno.
Una quarta lezione: Ma essi non compresero...I genitori non hanno i figli che avevano immaginato, ma neppure i figli hanno i genitori che hanno sempre sognato. Scesero insieme a Nazaret. Si riparte, nonostante tutto.
(Dal commento di P. Ermes Ronchi)