Passo dopo passo ...

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In cammino, passo dopo passo, verso una città di Giuda ...

 

Nel ritorno ciclico delle festività liturgiche ogni credente è chiamato a verificare se stesso e a confrontarsi con queste scadenze. Nella4° domenica di Avvento ascoltiamo che “Maria si mise in viaggio verso la montagna: raggiunse in fretta una città di Giuda”. Tutta la nostra vita, quella della società intera, è qui, in questo quadro di Luca: un cammino, con un inizio, con tappe e traguardi. Ma, noi, abbiamo un cammino, abbiamo un traguardo, abbiamo un perché nel nostro vivere quotidiano?

Chi ha uno scopo nella sua vita, é consapevole che deve attraversare le montagne, le difficoltà; non si scoraggia perché l’attesa della gioia, nella realizzazione del risultato, è già gioia nel presente e forza stessa per superare le difficoltà.

Ogni persona deve avere nella sua anima, qualcosa che si fa concretezza: un qualcosa non solo pensato, ma liberamente voluto che cresce con il suo operare e che incide nel suo vivere. Un fine che gestisce dentro di sé, verso cui va convogliato tutto.

Maria porta dentro di sé il suo traguardo, la sua realtà di madre e quindi assapora il camminare, passo dopo passo: ogni passo in più la avvicina alla meta e matura il suo canto di gioia.  Questo deve essere il nostro vivere la vita: assaporare i nostri passi anche nelle difficoltà; non buttare la spugna, non arrendersi mai, perché qualcuno ha bisogno di te e tu puoi raccontare le meraviglie di Dio nella tua vita.

La salita implica per se stessa la fatica e il vivere quotidiano quante salite ci propone e ognuna va compiuta e compiuta in fretta con lo sguardo alla meta e con l’andatura della gioia, dell’amore. Spesso invece ci soffermiamo molto sulle difficoltà e diventano un lamento continuo su ciò che è sbagliato, dimenticando di camminare.

Maria va verso una casa dove regnava l’attesa, o meglio dove Zaccaria aveva chiesto tempo per vedere la realizzazione di un sogno e rimane muto. Maria vive il suo tempo in cammino, nella certezza che tutto si sta realizzando, passo dopo passo. Elisabetta è testimone di questi due mondi: di chi crede al futuro ma non comprende il tempo e di chi, invece, vive e crede nel tempo per realizzare il futuro già presente. Non c’è futuro se non si parte dal presente e soprattutto se non si tiene conto di ciò che di buono è stato fatto nel passato.

E Maria cammina “verso”, desiderosa di un incontro ma nel cuore ha la promessa di ieri: “Tu sarai madre!”. E questo presente e passato diventano realtà nella sottigliezza che Luca ci presenta nel saluto delle due donne: Maria saluta Elisabetta e Giovanni sente la grazia. Elisabetta abbraccia Maria, Giovanni sente ed esprime la vita.

La città di Giuda e l’Elisabetta della nostra vita, stanno prima di tutto in noi stessi; aprendo la mente e vivendo con coscienza, saremo capaci di aver quel rapporto di immediatezza, di spontaneità, come Maria ed Elisabetta, che precede il dialogo e il canto di gioia.

Chiediamo a Maria che ci accompagni nel cammino della nostra vita perché più conosciamo noi stessi e più presto possiamo abbracciare l’altro e sentire la grazia dentro di noi.

 

Come Maria ... così le Ancelle si dispongono con cuore verginale ad accogliere la Parola e le mozioni dello Spirito per divenire sempre più figlie di Dio, serve operose e collaboratrici della missione di amore del Salvatore (Cost.17). Per questo con Maria e Giuseppe l'Ancella medita nel suo cuore tutte le cose che riguardano Gesù, attendendo nella fede che si compiano in ogni loro dimensione. (Cost. 38)