Viviamo l'Avvento

Dopo la festa di Cristo Re ci rimane una settimana per entrare nel nuovo anno liturgico ed iniziare il cammino di un nuovo avvento, un nuovo Natale. Vogliamo accompagnare questo cammino con alcune riflessioni sul Vangelo di ogni domenica lasciandoci provocare da una Parola che, pur essendo sempre la stessa, ha la capacità di rinnovarci se la leggiamo e ascoltiamo con il cuore. La prima domenica è presentata dall'evangelista Luca con immagini apocalittiche che descrive a ritroso il racconto della Genesi: l'ordine del creato ritorna nel caos e noi siamo chiamati a stare attenti...

 

State attenti, fuggite l’inquietudine … 

 

Se ci si chiede quale sia il fine della nostra vita, la parola del Signore ci dà indicazioni precise, fin troppo chiare, se la prendiamo sul serio. Siamo consapevoli che ogni cosa va incontro ad un fine. Questo concetto ci accompagna sempre, ma non deve essere il tormento della nostra vita. Esso deve aiutarci a saper usare il tempo in funzione della pienezza della vita che ci è data.

 

Leggendo il brano di Luca 21, 25 … bisogna evitare facili esegesi del testo per non vedere imminente la fine del mondo, l’apocalisse: il Signore Gesù parla di ben altro. Lui sa, come tutti noi sappiamo, che ciò che è materia deve finire in un modo o in un altro e forse gli scienziati ci diranno anche come e quando, ma a Gesù non interessa questo, a lui interessa come prepararci ad un ultimo appuntamento della vita. Allora in quelle parole non si deve considerare la fine del mondo materiale, ma la propria vita spirituale, intellettuale e comunitaria. Il suo discorso è un invito a quanto ogni persona deve essere attenta per poter praticare la giustizia, l’onestà, una sana convivenza, tenendo presente il proprio fine: vivere felice, sereno e nella giustizia dinanzi a Dio e fra gli uomini. L’evangelista Matteo, nel brano parallelo, suggerisce la preghiera come metodo ed essere forti per affrontare le avversità della vita, Luca invece ci dice: “State attenti a voi stessi…”, state svegli, i vostri cuori non si appesantiscano, fuggite l’angoscia, l’inquietudine, l’ansia, … abbiate il cuore sereno e in pace. Oltre alla preghiera, Luca suggerisce di usare l’intelligenza. Oggi, per praticare la giustizia bisogna stare attenti, per essere onesti, bisogna andare contro corrente, bisogna non cadere nella faciloneria del tutti fanno così e quindi si può fare. San Basilio commenta dicendo di stare attenti non a chi sta vicino a noi, non a quelli di casa, non ai nostri amici, non a quello che fanno gli altri, ma a noi stessi e fare in modo che il nostro intelletto non vada al macero ragionando con la massa e che la nostra anima non viva l’abitudine o l’andazzo come norma spirituale: lo fanno tutti perché io no! 

 

Bisogna che cuore e mente agiscano alla luce del sole perché questa luce scomparirà, ma non il bene compiuto; siamo accorti nelle decisioni perché non ci sia convivenza con abitudini e passioni negative. È necessario alzare il capo perché i segni sono nel sole, nella luna e nelle stelle ma si può leggere: nel nostro intelletto, nella nostra volontà, nel nostro mondo affettivo.  La fine è abbandonare l’intelligenza e usare l’istinto che graffia ma non va in profondità, non radica.   Dio vuole che con la nostra vita stiamo attenti alle cose che facciamo, perché la nostra sicurezza nel domani è nel vivere bene l’oggi.

 

Allora è proposto alla nostra vita spirituale una scelta sicura, un utilizzo vero delle nostre possibilità. Il mondo va male non solo perché gli altri sbagliano, ma perché io non faccio il bene. Nel nostro camminare Gesù ci è vicino, siamo noi che a volte ci allontaniamo da Lui, allora il nostro intelletto non vede più chiaro; la nostra anima non sente più trasparente e la nostra emotività viene messa in crisi e ci muoviamo nell’incertezza, in balia di un’esistenza inquieta. Solo la pace del cuore non fa temere la caduta del sole e della luna e delle stelle e chi deve incoraggiarci a non arrenderci è la certezza che compariremo davanti al Figlio dell’uomo che non ci è giudice, ma Padre amoroso. Buon cammino, allora, in questo nuovo Avvento! 

 

 

Ogni Ancella di Gesù Bambino si raccoglie “in religiosa e vigile attesa del Signore” e si “apre al sole che sorge dall’alto” (Costituzioni Art. 38) per comprendere sempre più e meglio su cosa porre attenzione per seguire la via della santità pensata per ciascuna dal Padre amoroso.