Sii felice, sempre!

siiFelice

 

“Non aver paura, rallegrati, sii felice, te lo ripeto, sii felice…” è l’invito che ci viene proposto dalla liturgia della parola di questa terza domenica di avvento: sii felice!

In un mondo così strano, triste e con tanti problemi da affrontare, potrebbe sembrare una provocazione; e forse lo è, perché ci stiamo immusonendo; ci stiamo chiudendo in noi stessi; stiamo credendo che il male abbia il sopravvento sul bene; stiamo diventando pessimisti e non fiduciosi in un domani migliore. Il male avanza perché abbiamo smesso di credere nel bene o abbiamo sospeso di fare il bene. 

Rallegrati, Dio è vicino a te, non ti abbandona: “non lasciarti cadere le braccia, il Salvatore, il Signore tuo Dio, è in mezzo a te, è un salvatore potente.” (Sof 3, 14-18) Possibile?  È chiaro, allora, che volendoci rialzare da questa situazione di dubbio, di incertezza, dobbiamo ripeterci la domanda che leggiamo nel vangelo di Luca 3, 10-18: “cosa dobbiamo fare?” Il fare!...

Il fare: per chi e per che cosa. È importante notare che questa domanda viene posta dopo che Giovanni il Battista aveva messo a nudo la vita dei suoi ascoltatori; li aveva resi consapevoli della loro realtà e rimproverati fortemente. Fra le cose dette, chiede, nel vangelo di Matteo 3,8: “fate frutti degni di conversione”. Giovanni dice “frutti”, cioè fate qualcosa di cui gli altri possono servirsene ora, perché ne hanno bisogno ora; fate frutti mangiabili perché gli altri hanno fame ora, hanno fame di testimonianza, hanno fame di libertà, hanno fame di lavoro, hanno fame di vedere ruoli veri.

La stessa domanda sul “fare” del vangelo odierno, non è per fomentare un attivismo in più nella Chiesa, nelle comunità, nelle famiglie, ma spinge alla disponibilità, all’ascolto e ad accogliere l’indicazione di Dio su ciò che devo fare io. Il mio fare è diverso da ciò che deve fare un altro. La stessa richiesta la troviamo il giorno di Pentecoste e sono le genti di ogni dove, meravigliate per ciò che vedono e sentono, che la pongono agli apostoli. È una domanda che spinge inevitabilmente ad iniziare un cammino di conversione vera. Leggendo il vangelo scopriamo un itinerario classico per la conversione del cuore e della vita stessa: la fraternità nella giustizia e nella solidarietà.

La felicità iniziale si scopre ora come esistenza e come esperienza nel dare. Nella nostra vita, nella nostra società, bisogna riattivare questa cultura del dare a chi ha bisogno perché spesso quello che abbiamo di più è rubato a chi non ha. Riattiviamo con gioia il rito di fare bene il bene e la nostra felicità, serenità, tranquillità, sarà testimonianza di presenza di Dio nella nostra vita, nelle nostre famiglie e nelle nostre comunità. 

 

Per l’Ancella di Gesù Bambino l’Avvento è “un atteggiamento fondamentale… è momento favorevole e giorno di salvezza, benché carico di prove e sofferenze” (Costituzioni Art.40) e la Parola di questa domenica ci mostra come assumere questo atteggiamento per fare continuamente “frutti degni di conversione”.