Avvento è cammino, è scomodarsi per dare inizio a qualcosa di nuovo, è rischiare andando contro il consueto, il conosciuto.
E il vangelo di oggi ci dice di cambiare modo di pensare, di convertirci perché il Regno di Dio è vicino.
Cambiamento, allora, è scoprire l’importanza della nostra vita per Dio: Lui, Dio, viene incontro all’uomo e l’uomo può fargli spazio e lasciarsi raggiungere.
Giovanni il Battista vive questo momento, questo cambiamento e lascia i luoghi del potere e del sacro e vive nel deserto e si sposta sulle rive del Giordano per proporre un nuovo inizio.La parola di Giovanni è una parola dura, ma nello stesso momento semplice e chiara, perché vuole scuotere dall’illusione che abbiamo, di voler ricominciare senza fare un vero cambiamento. E oggi quei farisei e sadducei siamo noi, quando ci opponiamo al cambiamento che Cristo viene a suggerire alla nostra vita: è la rigidità delle nostre opinioni e visioni che ci impediscono di cambiare: il ”si è fatto sempre così!” aiuta la comodità, trattiene il coraggio.
Un inizio è sempre una sfida, un rischio, una sorpresa, è una strada che non si conosce ma certo la si può preparare in modo sicuro: per ripartire in una relazione, in un percorso di vita, occorre tornare all’inizio, occorre riprendere le motivazioni. La vita chiede continuamente di cambiare. Il ciclo delle stagioni ripropone continuamente un nuovo inizio: la scure viene posta alla radice dell’albero che non porta frutto e il grano deve essere vagliato per non conservare la pula e l’illusione di avere ancora la capacità di generare vita.
Sta a noi comprendere quale deve essere il nuovo inizio, quale il cambiamento reale da mettere in atto, ora.