Cercare, indagare, esplorare, tentare, ... sembrano essere azioni proprie dell’essere umano che non può accontentarsi di una normalità piatta e ripetitiva. È il bisogno di conoscere, di fare esperienza, di incontrare nuove realtà. Ecco i Magi!
Cercatori instancabili del perché di fenomeni naturali; esploratori dell’universo e lettori della natura legata all’uomo e al suo sviluppo. Uomini assetati di verità che qualifica lo stile di vita cercato e assunto.
Cosa possono insegnarci questi personaggi avvolti di mistero e di … magia? Ci suggeriscono senza dubbio che ogni ricerca ha un suo risultato: trovare ciò che si desidera! Se il desiderio rimane chiuso nel nostro cuore raramente lo si vede concretizzato. Se non ci si mette in movimento, se ci si stanca di cercare, se ci si siede sul “non posso farcela”, allora tutto diventa utopia e noi sentiremo il peso della noia e dell’insuccesso. Siamo ciò che vogliamo essere.
I Magi si affidano ad una stella, ad una luce particolare e non si stancano di seguirla e di cercarla nuovamente. E quando sembra proprio scomparire, la cercano dove pensano ci sia maggior conoscenza, maggiore disponibilità: Erode è il re, dovrebbe conoscere cosa succede nel suo regno; i sacerdoti e gli scribi sono i custodi delle promesse, dovrebbero conoscere i tempi di Dio. Che delusione! La loro quieta esistenza li rende insensibili e non si accorgono che sono padroni del nulla: tutto scorre via senza lasciare alcun segno nella loro e della loro esistenza: non hanno né nome né identità, luccicano solo di insensibilità.
Loro, i Magi, ascoltano quelle voci disordinate miste a falsità, guardano quella casa che non vedrà più il loro ritorno: troppo ricca per essere accogliente; ed essi non si lasciano contagiare dalla loro indifferenza, anzi con maggior entusiasmo superano il momento buio e fuori da quel palazzo fatto di intrighi e sotterfugi, ritrovano la luce, proseguono la ricerca e così trovano il Bambino e offrono i doni, segni della loro umile potenza, frutto della loro disponibilità ad accogliere l’evento e viverlo fino in fondo.
Trovano non solo la risposta alla loro ricerca ma incontrano Colui che è la sorgente di ogni conoscenza, di ogni desiderio, la risposta del perché del vivere, del cercare, dell’andare oltre …
Non basta sapere che il Signore è nato come uomo, che c’è e rimane con l’uomo, bisogna cercarlo continuamente, trovarlo, incontrarlo, riconoscerlo e portarlo con sé perché illumini la strada per un nuovo ritorno. E Lui ci ripete che è presente nell’umile, nel povero, nel solo e rifiutato come nell’amico, nel parente, nel compagno di lavoro, nel vicino di casa, in colui che incontriamo sulla nostra strada.
Affrettiamoci perciò a mantenere gli occhi aperti, a scorgere il bene, tutto il bene possibile, per trovare la gioia piena, la vita vera, il senso del nostro esserci in questo mondo che vogliamo migliore.