Prima o poi tutti siamo posti di fronte alla domanda: “ma cosa devo fare? Che senso ha quello che sto facendo?” Sono domande che, mentre possono rivelare la fatica di un cammino, spingono a riprendere in mano la propria vita, a vedere cosa ci blocca. Cercare il compito che la vita ci ha consegnato e continua a chiederci, ci permette di vivere con gioia anche nelle difficoltà, perché tutti abbiamo una missione da compiere per sentirci realizzati, nonostante sbagli e fragilità. E la liturgia di questa terza domenica di avvento è un invito alla gioia, alla speranza che mostra orizzonti di serenità, perché niente nella vita è del tutto compromesso. E le domande che le varie categorie di persone rivolgono a Giovanni Battista hanno questo senso: che cosa dobbiamo fare? Nessuna situazione è senza speranza; tutti hanno la possibilità di cambiare e Giovanni non ordina di distruggere la vita, ma invita a trasformarla, a cambiare il modo in cui si vivono le varie situazioni. Allora, cosa dobbiamo fare? Cominciamo con l’uscire da noi stessi, abbracciando la solidarietà, la condivisione, il rispetto per l’altro. Guardiamo la realtà, consideriamo chi ci sta accanto, riconosciamo i nostri errori, osserviamo come trattiamo gli altri e non facciamo delle nostre idee gli idoli che ci imprigionano in facili giudizi. La gioia nasce quando sappiamo lasciarci sorprendere dalla semplicità delle risposte: dà a chi non ha … accontentati di ciò che hai … non maltrattare… e vedrai revocata la tua condanna!